Dopo più di un anno di reclusione, Fabrizio Corona ha visto finalmente concedersi una riduzione della pena. Il Gip di Milano, infatti, ha stabilito una riduzione di 4 anni e 2 mesi, per cui ora l’ex paparazzo potrà chiedere un’alternativa alla reclusione. In una lettera inviata ad Alfonso Signorini e poi pubblicata sul settimanale Chi, Corona fa sapere di avere tutta l’intenzione di riprendere in mano la sua vita e tutte le cose per cui vale la pena lottare.
Per ora Fabrizio Corona non ha fretta di uscire dal carcere: “Affronto i compiti che ho davanti e li porto a compimento ad uno ad uno. Concentro l’attenzione su ogni singolo passo, ma al tempo stesso cerco di avere una visione globale e di guardare lontano. Perché, si dica quel che si vuole, ma io sono diventato un maratoneta“.
L’esperienza del carcere non è certo facile e in questa lunga lettera Corona lo ribadisce: “Non ho mai tentato il suicidio, non sono mai stato depresso. Demoralizzato sì, ma comunque sono riuscito sempre a trovare la forza per andare avanti. Mi è capitato l’impossibile, ho subito di tutto, tradimenti, cattiverie di ex amici o presunti tali, ingiustizie clamorose e vendette, senza senso perché ormai era passato troppo tempo e perché non si attacca chi è impossibilitato a reagire“.
Lui, però, ci ha sempre messo la faccia in tutto, anche nel suo lavoro: “Io ho sempre messo in piazza la vita delle persone perché era il mio lavoro, ma ci ho sempre messo la faccia, mi sono sempre preso le mie responsabilità, non mi sono mai nascosto. Ho sempre attaccato i potenti e lasciato perdere i più deboli, ma è la freddezza che non sopporto, la cattiveria, l’essere codardi, perché tra le persone vere ci si dovrebbe picchiare e poi magari ricominciare daccapo, mentre in questi mesi gli avvoltoi hanno giocato cone le ipocrisie sfruttando le mie condizioni di debolezza. Ma io ho imparato che non bisogna aspettarsi niente dagli altri. Sarebbe pura illusione, soprattutto da quelli che hanno condiviso con me grandi sentimenti che sembravano veri e puri“.
Il carcere, comunque, è stato per Fabrizio Corona una grande scuola di vita: “Ci sono molte cose che non rifarei oggi, ma la vita va come deve andare. […] C’è sempre un limite e una linea d’ombra da superare per conoscere se stessi, e spesso per farlo bisogna passare da una disfatta. Per me la disfatta è stato il carcere. Ma è anche vero che il carcere mi ha fatto bene, mi ha reso un altro, mi ha fatto superare tutte le mie ossessioni. Sono finalmente riuscito a fermarmi, pensare, riflettere e capire“.
Appena uscito dal carcere Fabrizio Corona non perderà tempo per riprendersi ciò per cui vale la pena: “Oggi ho capito, e quando un giorno uscirò mi riprenderò tutto, ma solo quello che ho capito di volere veramente e per cui vale la pena vivere. Ho sbagliato in tante cose, ma non meritavo una condanna così assurda e soprattutto non meritavo una condanna morale, perché la morale va praticata e non predicata…“.
In questa difficile fase della sua vita Corona ha potuto contare sull’affetto della madre Gabriella, del fratello Federico e del figlio Carlos. Per riprendere in mano la sua vita, Fabrizio si appoggerà ai suoi affetti più grandi e ad una dedica che gli è stata regalata a Natale: “Un foglio con una dedica: “Il mio augurio è che lei un giorno possa sentire il silenzio del mare”. Tra poco compio 40 anni e questo è il regalo che vorrei ricevere per il mio compleanno, perché la libertà da sola non basta. La libertà dovrà arrivare quando avrò finito il mio percorso di uomo nuovo, quando potrò essere veramente felice, riuscire a godere delle piccole cose della vita, vivere di amore senza compromessi e doppi fini, essere vero, essere me stesso, costruire per creare e lasciare il segno, non avere più sensi di colpa, guardarmi allo specchio ed essere orgoglioso di me“.
E forse, con questa saggezza maturata, ci riuscirà…