Ha iniziato il 13 ottobre del 1994 a “Mattina in famiglia” ed ora dopo venti anni Massimo Giletti fa un resoconto della sua carriera in Rai:
“Ho sempre nuotato da solo, senza appoggi. Oggi sono quello che sono anche perché sono libero, non devo rendere conto a nessuno. E questo ti permette di fare anche inchieste scomode. In genere quelle sui palazzi del potere sono sempre le più faticose, devi lottare spesso contro l’arroganza della censura”.
È quanto dichiarato a TV Sorrisi e Canzoni.
L’Arena ricomincia il 28 settembre e si preannunciano alcune interessanti novità:
“Bisogna stare attenti a toccare un prodotto che fa quasi il 21% di share e 4 milioni di spettatori, però bisogna farlo. Non puoi riproporre sempre la stessa cosa. Se riguardo il primo anno dell’“Arena” non la riconosco neanche: vuol dire che abbiamo lavorato molto per migliorare. Dovremo apportare delle modifiche, ma le vedremo in corso d’opera. Devo trovare spazi per altre cose. O fare le stesse cose in modo diverso. Ogni anno ci sono novità”.
La puntata di debutto durerà mezz’ora in più, e da quest’anno saranno di più le persone coinvolte nel programma:
“Il 28 settembre sì, ma a ottobre dobbiamo ancora decidere. Mantenere una qualità alta per più tempo è complicato. E tra tempo e qualità io sono per la qualità. Sono contento perché sono riuscito ad avere più persone in redazione. Eravamo sotto organico, ma riuscire ad aumentare i numeri in un momento di difficoltà è un bel riconoscimento. Il programma vive di me e di Fabio Buttarelli, capoprogetto, ma anche un fratello: lavoriamo insieme dal 1995”.
Giletti rivela chi in vent’anni gli ha insegnato “televisivamente” di più:
“Michele Guardì mi ha insegnato a fare la conduzione in piedi, Minoli è stato un maestro di vita. Televisivamente Santoro rimane il numero uno. Anche Mentana ha una marcia in più”.