La fine di un incubo, come sottolineato dallo stesso cantante Massimo Di Cataldo. Ieri il gip ha infatti stabilito che non è stato lui a causare l’aborto di Anna Laura Millacci.
Ricordiamo che il cantante era stato denunciato sui social dalla compagna, accusato di averla picchiata nel corso di una lite in casa.
In una intervista a Vanity Fair ha dichiarato:
“Mi sono ritrovato sbattuto in prima pagina come un mostro. Io stesso, davanti a quelle foto di lei sanguinante, rimasi colpito. Pensai che si fosse fatta male. Ma forse voleva solo fare male a me. Era arrabbiata nei miei confronti, voleva minare la mia credibilità”.
Racconta delle discussioni con la sua ex compagna, Anna Laura:
“Da tempo litigavamo perché io non approvavo sue scelte professionali e personali. Affari privati. Non la sfiorai neanche, né quella mattina né mai. Sono un tipo schietto, ma non ho mai alzato un dito contro una donna”.
Massimo racconta che dopo l’ennesimo litigio se ne andò via:
“Mi invitò ad andarmene e così feci. Da quel momento per me la storia era finita. La rividi altre volte nelle settimane successive. Mi sembrava tranquilla, ma forse si aspettava un mio ritorno”.
A distanza di qualche giorno la Millacci pubblicò su Facebook alcuni selfie con il volto tumefatto e lo denunciò per lesioni e procurato aborto:
“Non avevo mai visto quelle immagini. Rimasi colpito anch’io. Pensai si fosse fatta male. Io non ho mai provocato nessun segno visibile sul suo volto. Ma lei ha aspettato il momento giusto per pubblicare quelle immagini. Quale momento migliore di quello, con me che ritiro un premio e mi appresto a partire in una nuova tournée?”.
Il cantante ha forse compreso il perché di tutto questo ma per adesso preferisce non rivelare nulla:
“Mi sono fatto un’idea, ma mi riservo di dirla completamente quando tutta questa vicenda sarà finita. Forse lei ha gestito in maniera non del tutto equilibrata la rabbia che provava verso di me. L’ho amata. L’ho portata in palmo di mano. Adesso non provo più niente. Credo che abbia mancato di rispetto a me e a tutte le donne che ogni giorno subiscono violenze”.