Sabrina Salerno, star italiana della musica dance degli Anni ’80, ha raccontato, in una intervista a Vanity Fair, di suo padre.
Sabrina Salerno ha parlato della sua storia e di un padre che non l’ha mai voluta. Proprio sei mesi fa il test del Dna le ha dato ragione:
“Per trent’anni mi ha detto: ‘Vacci pure dall’avvocato, non è che se lo dice lui inizierò a volerti bene’. E io non ci andavo. Mi raccontavo: se non mi ama, non merita questo sforzo. Una frase idiota. Spesso fare i superiori è un modo di gettare la spugna”.
Sei mesi fa il test del Dna:
“Nello studio del Notaio, il giorno del riconoscimento, mi ha detto ‘abbracciami, figlia mia’. Ma poi, nel parcheggio: ‘Ti sarei grato se questa storia restasse segreta’”.
Per la prima volta Sabrina Salerno racconta questa storia:
“Non è un regolamento di conti, mio padre è un uomo noto nel suo campo, se volessi vendicarmi basterebbe farne il nome. Esco allo scoperto invece per i tanti che patiscono quel che ho patito io: sui giornali, in questi giorni in cui il test del Dna è al centro delle cronache, leggo che dal 3 al 10% degli italiani non porta il cognome del suo vero padre. Parlo per dire loro: chiedete ciò che vi spetta. Responsabilità, se non amore”.
Sabrina spiega nel dettaglio come sono andati i fatti:
“Mia mamma aveva 18 anni quando sono nata, mio padre 25 ma se n’è andato subito; vivevo a Sanremo dai nonni materni, mentre mia mamma, infermiera, stava a Genova. Per tutta la vita ho cercato di legarlo a me: rintracciandolo, invitandolo alle mie nozze e al battesimo di Luca, ma anche minacciandolo di andare per avvocati. Non ci sono riuscita e lo considero, a 46 anni, il mio più grande insuccesso”.