Nella lunga intervista rilasciata al settimanale Chi, il presentatore Alessandro Greco, diventato famoso per la conduzione del mitico programma Rai “Furore” dal 1997 al 2001, ha parlato anche del perché è scomparso dagli schermi televisivi.
Lo showman, che è impegnato come speaker radiofonico, insieme a Charlie Gnocchi, per la trasmissione No problem – Viva l’Italia di Rtl 102.5, spiega che l’allontanamento dalla Televisione non è stato una sua scelta e ne approfitta per lanciare qualche frecciatina a quello che lui definisce un sistema sbagliato: “Qualcuno è arrivato persino a pensare che sia stata una mia scelta fare meno tv. Ma non è così: io sono destinato alla carriera televisiva! E sono sempre pronto. Il problema sta nella televisione (e parlo principalmente di quella pubblica, dove ho svolto la maggior parte della mia carriera), che dovrebbe prendere esempio dalla radio, che è l’unico settore della comunicazione rimasto abbastanza puro e meritocratico. E non è contaminata da logiche in gran parte incomprensibili“.
E di Furore, il programma di Rai2 che lo ha portato al successo, dice: “Raffaella Carrà e Sergio Japino portarono il format dalla Francia e stavano cercando un conduttore. Mi fu fatto il provino. Io, allora, avevo 25 anni, facevo piccole cose in Rai ed ero sconosciuto. Ma mi scelsero. Ecco che torna il criterio del merito: il provino, non la telefonata di convocazione“.
E dopo Furore, Alessandro Greco ha condotto pochi altri programmi TV, tutti conclusi, a suo dire, con ottimi ascolti: “Quando la Carrà mi ha chiamato nel 2008 a fare su Rai3 Il gran concerto, un programma per le famiglie d’intrattenimento della musica classica, abbiamo fatto ottimi ascolti e nelle due puntate speciali di Natale del 2010 e del 2011 abbiamo vinto la serata. E lo scorso anno, chiamato a condurre la finale di Castrocaro su Rai1, ho nuovamente vinto gli ascolti della serata“.
Chissà che il messaggio del presentatore, che nel 2008 è riuscito finalmente a sposare la sua compagna Beatrice Bocci, come racconta in un’altra parte dell’intervista, non arrivi alle persone giuste.