Alessandra Celentano, nota nelle vesti di severissima insegnante di danza ad Amici, e sua cugina Rosita, figlia del cantante Adriano Celentano e sorella dell’attrice Rosalinda Celentano, sono inseparabili.
“Cugine del cuore” sin da bambine, da qualche anno le due donne hanno anche aperto una palestra insieme a Milano, visto che ad unirle ulteriormente c’è la passione per lo sport. Alessandra e Rosita Celentano hanno raccontato il loro rapporto al settimanale Visto: “L’idea è nata dal fatto che a entrambe piace tutto ciò che è sano, fa bene ed è movimento. E poi cercavamo qualcosa che ci permettesse di stare insieme anche nelle ore di lavoro, non solo nel tempo libero” ha dichiarato Alessandra.
Rosita, invece, ha detto: “Lei è un’ex ballerina e sua sorella suona benissimo il pianoforte. Io invece non sono niente. Poi, 15 anni fa, ho scoperto il pilates, e quando un mio amico mi ha suggerito di aprire una palestra insieme, non ci ho pensato un attimo“.
Le due cugine sono cresciute insieme e sono sempre state molto unite, tanto che Alessandra Celentano ha condiviso alcuni dei loro ricordi d’infanzia: “Ho bellissimi ricordi della nostra infanzia. Le nostre famiglie erano molto vicine e noi eravamo sempre insieme nella stanza dei giochi: il periodo più bello della mia vita!“.
Per fortuna Alessandra e Rosita Celentano non hanno mai litigato per un ragazzo o per un uomo. Lo ha garantito Rosita: “A me piacciono uomini randagi, ad Alessandra normali: è impossibile che perdiamo la testa per lo stesso“.
Entrambe, però, hanno dovuto fare i conti con un cognome importante. La maestra di danza di Amici ha assicurato di non aver mai richiesto favoritismi allo zio: “Il mio cognome non è stato né un ingombro né un aiuto: a volte è stato controproducente, perché le persone partono prevenute. Per me, Adriano è solo uno zio. Anzi, noi cugini avevamo un rapporto più confidenziale con lui perché più vicino dal punto di vista anagrafico“.
Un po’ diversamente sono andate le cose per Rosita, spesso classificata come “la figlia di“, che infatti ha raccontato: “Qualche volta mi ha aiutato, altre mi ha penalizzato: avrei preferito una vita più anonima, senza dover dimostrare che se faccio qualcosa non è perché me l’ha concesso papà“.