Feticci, cornetti e altri ninnoli portafortuna sono sempre presenti nelle nostre vite. Chi non ha avuto almeno da piccino un porta fortuna? Un orsetto del cuore, una copertina di Linus? Il valore che noi stessi diamo agli oggetti li investe talvolta di poteri magici, poteri racchiusi in oggetti anche di poco valore. Da che mondo è mondo l’uomo cerca di trovare la pietra filosofale, perdendosi magari, ma con uno scopo sempre vivido e attento, propiziare la propria fortuna.
E’ pieno il nostro mondo di persone che amano il lotto e il gioco con i numeri, e se osserverete un botteghino di scommesse verrete investiti da una quantità enorme di oggetti portafortuna. Il cornetto rosso, il classico cornetto napoletano, è uno dei più noti, ma se entriamo nel merito tra talismani e amuleti ci sono una miriade di pietre e pendagli indossati ogni giorno dalle persone che cercano fortuna e protezione.
Le stesse pagine del web veicolano e-mail porta fortuna, anche attraverso social network immagini che, se condivise, porteranno fortuna, pentacoli, occhi di Allah, ma anche foto di gatti, cani, coccinelle e tutto ciò che la fantasia suggerisce. Insomma gli amuleti si comportano confondendo le varie culture e spesso ignorando la loro origine magica. Non è forse un amuleto anche il santino tenuto in macchina di San Cristoforo? Anche i meno religiosi e più lontani da qualsiasi contaminazione vedono con una certa blasfemia l’idea di buttare un rosario o un ninnolo considerato da altri fortunato.
A tal proposito, ripercorrendo la nascita delle catene di Sant’Antonio, essere sfruttano proprio questo bug nelle persone, ovvero il reiterare qualcosa di cui, pur non conoscendo la storia, si ritiene possa portare un qualche tipo di protezione o di fortuna. Provate a guardarvi intorno e ne riconoscerete senza dubbio più d’uno. Le pietre porta fortuna sono un altro largo capitolo della serie, ogni pietra ha la sua funzione e la sua energia, ci sono pseudoscienze impegnate nello scoprire e divulgare gli effetti benefici di questa o quella pietra. Ad esempio è risaputo che il quarzo bianco porti protezione, che l’ametista porti serenità, e via dicendo. La cosa bella di tutto ciò è che si può trasformare un qualsiasi oggetto in un talismano, basta convincersene ed ecco che il potere della suggestione o della mente stessa fa il resto.
Concludiamo dicendo che non sono gli oggetti di per se ad avere un valore, ma siamo noi a darlo ad essi attraverso la nostra intenzione, ed ecco che se in alcuni paesi del mondo una civetta è sinonimo di cattivo presagio, in altri invece le collezioniamo in diverse forme e fattezze ritenendole propizie e fortunate. L’importante è crederci!