Ieri è iniziata la seconda edizione di Domenica Live, il format della domenica pomeriggio di Canale5 condotto da Barbara D’Urso. Tra gli ospiti intervistati dalla conduttrice c’è stata la modella croata Nina Moric che ha parlato del matrimonio buddista con Massimiliano Dossi celebrato in Cambogia e dell’incidente automobilistico che ha coinvolto i novelli sposi.
Nina Moric ha descritto la dinamica dell’incidente da cui, per fortuna, lei ed il novello sposo sono usciti illesi: “Sto bene grazie al cielo, l’incidente non è stata una bella cosa ma siamo sopravvissuti senza un graffio. A causa della strada buia, si vedeva poco, abbiamo preso una buca e ci siamo ribaltati cinque volte. Lui mi ha salvato la vita, ha rotto il vetro e mi ha tirato fuori. Se vedi la macchina, pensi che ci siano due persone morte lì dentro. E’ un miracolo. Più volte ho rischiato la vita ma si vede che il mio compito è restare qui sulla terra e fare del bene“.
Il piccolo Carlos, il figlio che Nina ha avuto dall’ex marito Fabrizio Corona, non era con loro in macchina e Nina è felice che sia andato tutto bene e di essere ancora accanto a suo figlio: “Mio figlio per fortuna non c’era. Dopo l’incidente, ho pensato subito a mio figlio perché ho pensato che se fosse successo qualcosa a me, mio figlio sarebbe rimasto solo. Grazie al Cielo, sono qui”.
Dopo il racconto del triste evento che li ha visti protagonisti, la bella Nina parla anche dell’amore con Massimiliano Dossi che li ha condotti a voler convolare a nozze in tempi record: “Il 28 giugno ci siamo baciati per la prima volta. Io credo che esista l’anima gemella. Ed è lui. Quando ho conosciuto lui, è stato tutto diverso. Parliamo la stessa lingua. Con lui ho tutto. E’ un rapporto maturo e sano”.
Il matrimonio celebrato in Cambogia con rito buddista, però, è stato un matrimonio simbolico e spirituale, dato che non è riconosciuto nel nostro Paese: “Non siamo andati in Cambogia per sposarci. Lui non me l’ha chiesto. Abbiamo visto un mercatino di anelli, ci siamo comprati un anello e ci siamo guardati e ci siamo detti: “Che facciamo, ci sposiamo?”. Abbiamo detto sì. Di solito, il rito buddista ha un mese di preparazione, nel nostro caso, abbiamo fatto tutto in due giorni. Il matrimonio non è riconosciuto in Italia. Lo faremo qui e in tutto il resto del mondo“.