Ospite qualche giorno fa nel programma di Barbara D’Urso “Pomeriggio Cinque“, l’ex deputata Vladimir Luxuria ha raccontato di essere stata vittima di una rapina nella metropolitana di Milano, per mano di alcuni nomadi.
L’ex isolana era insieme alla sorella quando è stata derubata da un gruppo di 20 nomadi: “Undici del mattino, Milano. Io prendo spesso la metro a Milano, mi piace, funziona, non ero da sola ma ero con mia sorella, sono rimasta sorpresa nel vedere la parte della metro, dove c’è la biglietteria automatica, assediata da un gruppo di 20 nomadi che con gli occhi guardavano se avevi una borsa aperta, un portafogli o un telefonino. Ho fatto il biglietto e ho visto questa mano che prendeva i soldi del resto. Quando io gli ho chiesto “Ma cosa fai?”, lui mi ha risposto “Cosa vuoi da me!?”. Eravamo io e mia sorella contro 20 uomini, alcuni dall’aspetto anche molto aggressivo. Quindi, abbiamo lasciato stare“.
Per fortuna nessuna aggressione, ma Vladimir Luxuria spiega perché ha deciso di parlarne in TV: “Io sono in una situazione imbarazzante perché quando una persona è famosa è accusata di usare la propria popolarità per farsi giustizia. Infatti, sono rimasta sorpresa, non ho fatto denuncia e non l’ho detto ai giornalisti, eppure mi ha contattato un giornalista di Libero che già lo sapeva. Un suo amico, infatti, era stato testimone oculare della rapina“.
Nella metro di Milano questi episodi capitano spesso: “Una persona dell’ATM è intervenuta ma c’è poco da fare. Sono tornata nella metro per vedere se le cose sono cambiate ma non è cambiato niente. Io non voglio specularci sopra, non credo sia una questione di amministrazione o di sindaci ma credo che sia un problema generale. Sulla sicurezza, bisogna vigilare tutti. La colpa non è del sindaco di una giunta o di un’altra. La sicurezza deve essere un valore di tutti. Erano 20 delinquenti, non credo in un’etnia più delinquente di un’altra. Se qualcuno fa un reato può essere bianco, nero, giallo o rosso ma bisogna perseguirlo. C’è una sola etnia in questi casi: l’etnia criminale“.